
-
Altre storie
Ci sono tanti modi per viaggiare all’insegna della lentezza e del rispetto per l’ambiente che ci circonda e le due ruote sono un mix perfetto di stupore, meraviglia e adrenalina.
Ne ho parlato con Fabio, (quasi) ciclista di Riace, e sono contenta di condividere la nostra chiacchierata.
Buona lettura!
Fabio, com’è iniziata la tua passione per la bici?
La mia passione per la bici, o meglio la mountain bike, nasce nel lontano, lontanissimo 2019 quando la mattina del 06 gennaio, svegliandomi, trovai una bici in garage. Era poco più che un cancello in ferro battuto su ruote, pesante ogni oltre immaginazione; ma quel giorno, sospinto da chissà quale spirito sportivo decisi di fare un giro. E’ bene ricordare che io e lo sport siamo stati nemici naturali per 30 anni, fino appunto a quella mattina. Feci un percorso nell’entroterra riacese che ben conosco, immergendomi nella natura che grazie all’inverno clemente decise di non esimersi dal meravigliarmi. I suoni, i colori, i dettagli come ad esempio un albero spoglio a cui mai avevo fatto caso mi rapirono a tal punto da non farmi avvertire la fatica. Una volta tornato a casa calcolai di aver fatto circa 8km e mi sentivo una sorta di divinità poiché riuscire in qualcosa da sempre soddisfazioni. Riuscirci in quel modo fu per me del tutto fuori dal comune. E così, da 8km fatti la prima volta passai a 45km la seconda.
Com’è cambiato il tuo rapporto con il territorio?
In modo radicale! Iniziando a pedalare su strade che avevo sempre percorso in macchina ho iniziato a cogliere sempre più dettagli che prima non vedevo. Grazie ai miei amici ben più ferrati di me, successivamente mi spinsi oltre, arrivando ad ammirare panorami che mai avrei visto o a cui distrattamente non facevo caso. E ogni volta che scalavo una collina ad appagarmi c’era non solo il pensiero di avercela fatta con le mie forze ma anche la vista sottostante. Un vero sollievo per l’anima. Ben presto le colline da scalare diventarono montagne sempre più alte, e ciò mi spinse oltre i miei limiti ma soprattutto smosse la curiosità di vedere la Calabria da dove non l’avevo mai vista, da un punto “privilegiato” ottenibile solo grazie al sacrificio.
Fu così che appresi la vera essenza della mia terra: Il Sacrificio. Sacrificio al quale spesso essa ci chiama, ma vi assicuro che sa ricompensare come una madre amorevole che ci insegna i valori che ha da offrire. Valori come, ad esempio, il rispetto per quanto abbiamo intorno a noi o la solidarietà non solo aspettando il tuo amico un po’ più in difficoltà sulla strada, ma anche attraverso l’estraneo che incontri in un luogo sperduto e ti regala un frutto così che mangiandolo tu riprenda un po’ di forze.
Hai scoperto luoghi che prima non conoscevi o hai riscoperto luoghi che prima osservavi con disattenzione?
Entrambe le cose. Partiamo dalla riscoperta. La riscoperta è mossa dal desiderio di arrivare al punto x con le tue forze, e in quel momento ciò che vedi si veste di una luce nuova. Faccio alcuni esempi: Per anni sono andato all’Eremo di Montestella, ho anche trascorso alcune notti quando si organizzavano eventi per bambini presso l’ormai decadente ostello della gioventù. Bella la grotta, bella la vista … mezzora dopo ero già annoiato. Andarci in bici ha radicalmente cambiato il mio modo di vedere il luogo, di immergermi nel paesaggio, nella natura. Andando in bici “il mondo rallenta” e cogli tutte quelle sfumature che non avevi mai visto o percepito. Altro esempio: Le Cascate del Marmarico a Bivongi. Ci ero andato da bambino, sapevo che sono lì e non ho mai più avuto voglia di tornarci finché un bel giorno ci andammo in bici. Inutile essere ripetitivi sul come sia cambiata la prospettiva e di quanta pace si possa trovare nello scroscio di una cascata.
Voglio infine portare, per quanto riguarda il capitolo “riscoperta” i due più banali esempi che ho vissuto. Sopra casa mia c’è la Torre Casamona, una torre facente parte del “sistema di allerta” contro le invasioni turche, costruita intorno alla metà del ‘500. Mai avuto il desiderio di andarci. E’ un qualcosa che davo per scontato. Eppure anche lei, così vicina e così scontata, ha saputo regalarmi qualcosa che mi ha arricchito. Rimane l’ultimo esempio: Il Castello di San Fili. Io lì ci andavo a passare la Pasquetta, penso di non aver mai posato lo sguardo sul castello. Preferivo guardare la carne sulla griglia. Solo recentemente ho scoperto la vista e il valore che cela.
Non ho mai ripetuto due volte lo stesso percorso. E questo perché là fuori ci sono talmente tante cose da vedere (nonostante la Calabria le celi abilmente) che la mia voglia di scoprire ed esplorare nuove strade, nuovi sentieri, è pressoché inarrestabile. Un esempio? Avreste mai detto che nascosta sotto il nostro naso, a pochi km da Riace c’è la simpatica “Torre Mozza” alta poco più di un metro? Eppure è tutto qui, da trovare, da scoprire, e lo è sempre stato. La grande meraviglia sta anche in questo.
Hai qualche avventura curiosa da raccontare o qualche luogo da consigliare?
“Luoghi da consigliare” è sempre un qualcosa che mi mette in difficoltà. Per me che ormai così fortemente mi sono legato a questo territorio, ogni pietra, ogni albero, ogni sentiero, ogni montagna, ogni tratto di costa è da consigliare. Andare in bici ed entrare in un contatto così intimo con la mia terra me la fa apprezzare tutta e ogni posto in cui sono stato mi ha regalato un’emozione, un sorriso, un frammento di sé. Ogni avventura è curiosa e dettata dalla curiosità. L’ultima, simpaticissima è stata pochi giorni fa quando scendendo da una montagna insieme ad un caro amico percorrevamo una strada che attraversava diverse volte lo stesso ruscello. Eravamo soli, in mezzo al nulla, semi-dispersi, quando all’ennesimo guado esclamo rivolgendomi al mio amico: “Questa strada andava fatta in estate che così almeno mi sarei rinfrescato”.
Una voce, sbucata dal nulla e ad un passo da noi, in tono molto ironico se ne esce con “Sì sì, fra 8 giorni non te lo rinfreschi il muso”. Ci siamo fermati, a da dietro un cespuglio sbuca un anziano signore dedito alla cura del proprio orto che ci aveva sentito. Inutile dire che ci siamo messi a ridere e scherzare anche col più sconosciuto degli sconosciuti nel più improbabile dei posti.
A me è venuta voglia di iniziare un viaggio in bici, e a te?
Grazie Fabio!